Guido Olimpio del Corriere.it: qualcuno gli scrive due righe?

E rieccoci. Dopo la segnalazione di Luca sull’articolo di Romagnoli per Repubblica i media italiani non perdono occasioni per dare addosso ad internet. Eh si, la rete fa paura, crea (finto e inutile) allarme sociale, e fa vendere. O leggere, che è lo stesso.

Cosi ecco Guido Olimpio, della scuderia del Corriere (si gli stessi che hanno ripubblicato un mio articolo SENZA dirmi nulla e SENZA citazioni) che oggi fa un pezzo sulla nuova rete mondiale del terrore. Non Al-Qaeda, ma Al-liceo.  La generazione Columbine, che spara a scuola ed esiste grazie ad  internet.

Ma analizziamo assieme il pezzo.

“Generazione Columbine. La Rete per uccidere. Martiri e nemici online. Dagli Usa alla Finlandia, imitando al Qaeda”. Già il titolo mi pare molto chiaro: la rete, intesa come internet dato che si parla di online, mostra la sua faccia. E’ troppo pericolosa per i nostri figli. Hanno fatto Al-Qaeda due e i vostri figli sono pronti ad ammazzarvi. O a morire per mano dei figli di qualcun’altro.

Ora, qualcuno mi spiega che razza di paragone è? Davvero crede l’autore dell’articolo, che c’è una rete di assassini adolescenti, non solo organizzata, ma con una logistica, armi, traffici internazionali, finanziamenti, capacità di coordinarsi, un programma comune, cellule, alti comandi e truppe? Forse il paragone è un pochino esagerato?

Proseguiamo: “Vagano sui sentieri di Internet portandosi dentro ferite vere o immaginarie. E quando ci riescono si riuniscono in branco in una grotta virtuale”. Giusto, invece di preoccuparci delle ferite che sentono come vere dobbiamo abbattere i muri su cui scrivono il loro disagio. E considerarli animali, o esseri primitivi, dato che si riuniscono nelle grotte.

Infine la chicca: “IMITAZIONE – E se Dillon è stato fermato appena in tempo, il finlandese ha messo in atto le sue minacce diventando un nuovo modello da imitare. Ciò che più allarma sono le risposte di chi partecipa ai blog legati a Columbine. Scrivono da ogni parte del mondo, compresa l’Italia.”

Cosa dovrebbe dirci questa parte? Che davvero siamo più preoccupati delle reazioni sui blog che del disagio che porta alcuni ad imbracciare un’arma? O magari c’è qualche suggerimento implicito, quella citazione all’Italia, che dovrebbe portarci ad avere paura? Ma questa è informazione o allarmismo inutile? Ma una volta i giornali non dovevano informare, anzichè dis-informare?

Tutte domande inutili, non credo che qualcuno ci darà mai una risposta.

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