Il tema è di quelli spinosi: da un lato il mondo dell’advertising, del markting, delle grandi aziende che investono su internet e si aspettano risultati chiari, concreti e misurabili. Dall’altro la prima generazione net nativa, quella che passa più tempo di tutti in rete, che non immagina una vita senza media digitali, che ha sviluppato una cecità all’advertising straordinaria. Come collegarli?
La domanda è di quelle da perderci il sonno. Anzi, il posto. Prova a dare una risposta lo studio congiunto Fuse / Università Amherst del Massachussets analizzato da Emarketing, che sostanzialmente recita: “il 90% usa la mail, l’83% guarda i video, il 72% i social network”. E quale messaggio li colpisce? In base al media “quelli in cui la gente mi apprezza perche mi collego a quel marchio”, e subito dopo le situazioni divertenti. Seguono gli annunci che fanno emozionare, e quelli che permettono una interazione personale con il brand.
La sorpresa, se cosi si può chiamare, è che il messaggio è più efficace se legato ad eventi live (meeting, concerti, feste, ecc), ma scende progressivamente se si tratta di altri media. Ultimi posti della classifica riservati a social network, video giochi e fanalino di coda i messagi sms. Come dire: più usi il mezzo meno efficace è l’advertising legato. Più esclusivo e one time il media o l’evento, più impatto avrà la pubblicità.
Nota: la TV è ancora il mezzo che lascia gli spot più impressi nelle menti dei net nativi.
Guru del markting, cosa ne pensate?